Mitologia: classici vs retelling

E’ sabato notte, circa mezzanotte passata. Sono in pigiama da almeno cinque ore, ho appena finito di guardare un film che avrò già visto almeno una trentina di volte e che, tutte le volte, mi fa ridere e commuovere come alla prima visione (per la cronaca, si tratta di “Don Camillo monsignore ma non troppo”) e sto cercando di dissuadere due gatte coccolone ma insistenti nel volere salire, entrambe, sulle mie gambe. In tutto questo mi chiedo, dubbiosa, se questo articolo, proprio questo che sto scrivendo adesso, possa diventare il prossimo numero della mia newsletter.

Questo, perché è qualcosa di diverso da quelli che ho scritto finora. Non è un articolo di “frivoli” consigli, quelli che io chiamo “la lista dei cinque”. Non è un articolo informativo, di quelli più seri, come quelli sulle dee come archetipi. Questo è un articolo di riflessione, una riflessione che si svilupperà durante la scrittura, e che, spero, possa continuare nelle vostre menti. E, nel caso, nei commenti sotto, perché sarei curiosa di conoscere la vostra opinione in merito. Ma iniziamo…

Un paio di giorni fa stavo scrollando sulla homepage di Instagram, buttando distrattamente un occhio sui contenuti che l’algoritmo mi stava proponendo. Sul mio profilo professionale, molti dei post suggeriti riguardano la lettura, in particolare profili di recensori di libri. Difficilmente mi ci soffermo, seguo già alcuni di loro che apprezzo sia per il genere che trattano, che per la modalità con cui lo fanno. Però, quel giorno, mi è apparso un carosello che iniziava con “Se ti piace la mitologia, devi leggere questi libri”. Ormai avrete ben chiaro quanto io sia sensibile all’argomento (sensibile = mi emoziono come una ragazzina al concerto del cantante preferito), quindi ho dato una scorsa alle foto e ai titoli. I libri proposti erano tutti retelling più o meno recenti, uno dei quali avevo già letto e apprezzato (una futura recensione, promesso). Prima di proseguire, per chi non lo sapesse: i retelling sono rivisitazioni in chiave più o meno moderna di classici. Ho aperto i commenti, cosa che di solito non faccio mai, perché volevo leggere qualche giudizio sui titoli proposti. E lì sono incappata in alcuni veramente duri, contro l’autrice del carosello, da alcune persone che la accusavano di parlare impropriamente di mitologia, perché i retelling non sono mitologia, non sono le vere storie raccontate dai greci, sono rivisitazioni moderne che spesso, secondo loro, distorcono i fatti e, addirittura, le personalità dei personaggi. Secondo loro, se vogliamo parlare di mitologia, non possiamo che parlare dei classici o, tutt’al più, dei saggi storici.

Mi sono nate molte domande, la prima tra tutte: hanno ragione? E, a seguire: è vero che, se parliamo di retelling, non li possiamo annoverare, anche se pur in senso lato, alla mitologia classica? È vero che i retelling modificano in toto la psicologia e le caratteristiche dei personaggi di cui parlano? È giusto cercare di forzare le persone, facendole sentire ignoranti, a cominciare ad avvicinarsi alla mitologia con la lettura dei classici, che non sono oltretutto di facile fruizione?

Riguardo all’ultima domanda, avrete capito che la risposta è già insita in essa, da come l’ho formulata. No, secondo me non è giusto “forzare psicologicamente” le persone ad avvicinarsi alla mitologia partendo dai classici. Perché il tempo e l’attenzione del genere umano, in linea di massima, sono limitati. Perché, magari, uno può essere incuriosito un po’ da tante cose, e non è detto che voglia tralasciarne alcune per approfondirne altre. Le persone le devi prima incuriosire. Agganciare con qualcosa di più leggero, ma accattivante quel tanto che basta per fargli pensare “oh! Ma questa roba è affascinante! Ne voglio sapere di più!”. Se da ragazzina mi avessero obbligato a leggere, come mio primo romanzo, “Guerra e Pace”, molto probabilmente non avrei mai più aperto libro (fortunatamente, sono incappata in Stephen King, e tutto il resto è storia).

Passando invece alla composizione dei retelling, che è l’argomento che mi preme di più… Non ho letto tutti tutti i retelling, quindi immagino ci possono essere alcuni validi, altri meno. Cosa li rende validi, oltre allo stile e alla struttura di trama e intreccio, e a qualsiasi questione tecnica che riguarda ogni tipo di romanzo? Dal mio punto di vista è la personalità dei personaggi, e quanto questa sia attinente alla rappresentazione classica. Voglio ricordare che i personaggi della mitologia, dei e dee, ma anche mostri e mortali, rappresentano degli archetipi, cioè delle modalità di comportamento universali. Le storie classiche in cui sono calati sono rappresentazioni della società di quel tempo, quindi come loro si sarebbero comportati in base a regole, valori e principi che potevano andare a braccetto, oppure cozzare, con essi. Prendiamo gli dei. Per le loro caratteristiche, alcuni venivano acclamati, altri ostracizzati, ma solo perché la società rispecchiava o meno i valori di cui si facevano portatori. Un Apollo era visto come un vincente, un Ares decisamente meno.

Ma le società cambiano, e penso sia molto interessante vedere come gli stessi Apollo e Ares si muoverebbero o verrebbe visti in contesti diversi. Ed è quello che vogliono fare i retelling. Prendere modelli universali e, per questo, straordinariamente affascinanti, e farli vivere in situazioni a noi più familiari. Il raffronto/confronto con essi è potente a livello inconscio, ed è per questo che piacciono così tanto. E non ci interessa niente se aggiungono un legame di parentela che nei classici non esiste, o una vicenda leggermente alterata (che poi, anche nei classici ci sono varie versioni dello stesso mito). È l’essenza del personaggio, che deve rimanere invariata. Anche le storie che non sono retelling, ricalcano le storie della mitologia. Ci avranno fatto caso, i puristi della materia?

Quindi, dopo tutta questa riflessione fatta a caldo insieme a Don Camillo, Peppone e alle mie gatte, che ancora non sono scese dalle mie gambe e mi costringono a scrivere tutta storta… Sono totalmente favorevole ai retelling, se non snaturano l’essenza più vera dei personaggi di cui narra le gesta. Credo sia un modo per far avvicinare le persone a un mondo affascinante e che ci riguarda da vicino, che uno ne sia conscio o no. E, magari, alcuni di loro vorranno approfondire l’argomento con una bella lettura dei classici.

Cosa ne pensate dei retelling? Ne avete letti già qualcuno, o ne avete qualcuno in lista?