Saggezza, meditazione e percezione: Estia, dea del focolare e del tempio.

Dopo aver passato in rassegna le prime due dee vergini, Artemide e Atena, con le loro nascite, e le loro vite, piene di avventure e fuochi di artificio, è arrivato il momento di conoscere l’ultima di questo terzetto, Estia.

Estia era una dea della prima generazione, sorella di Zeus, Poseidone, Ade, Era e Demetra. La storia della sua nascita, quindi, è la stessa dei suoi fratelli e sorelle, con una leggera differenza riguardo a Zeus. Tutto iniziò con i titani, dèi primordiali che regnavano sulla terra prima degli dèi olimpici, nati dall’unione di Gea (terra) e Urano (cielo). Uno dei loro figli, Crono, evirò il padre con un falcetto (cosa da ricordare, perché da qui abbiamo un’altra nascita spettacolare di cui parleremo), usurpandolo, e unendosi in matrimonio con una delle sue sorelle, Rea. Secondo una profezia, la moglie avrebbe dato alla luce un figlio che avrebbe detronizzato Crono. Onde evitare di fare la fine di Urano, ogni volta che la titanessa partoriva, lui inghiottiva i bambini. Questo fino all’ultimogenito, che fu scambiato con una roccia, allontanato e cresciuto di nascosto.

Come potrete immaginare, la profezia si avverò. Zeus liberò i suoi fratelli e sorelle, che uscirono dal ventre di Crono nell’ordine inverso con cui erano stati inghiottiti. Questo può sembrare un particolare ininfluente, per la nostra storia, ma non è così. Estia era la primogenita. Questo significa che è rimasta chiusa, al buio, nel ventre del padre, più a lungo di tutti gli altri, passando anche del tempo da sola. E non è un caso.

Estia non fu mai parte attiva nelle vicissitudini e nelle dispute degli Olimpi e degli umani. Anche se faceva parte dei dodici dèi più importanti, lasciò il suo posto a Dionisio. Non si sposò mai, anche se Poseidone e Apollo ci fecero un pensierino. Fu anche l’unica, tra tutti gli dèi e i mortali, a riuscire a resistere al richiamo di Afrodite. Sembrava che niente le interessasse. E, da un certo punto di vista, era proprio così.

Descritta così sembrerebbe una dea con poco importanza, a cui i greci (ma anche i romani) non davano, importanza. In realtà, è tutto il contrario. Lei era la dea più importante di tutte. Non aveva un tempio suo, ma il suo simbolo, il focolare rotondo, era presente in tutti i templi degli altri, e a lei venivano lasciate le offerte migliori. Non solo templi, in realtà. Il suo focolare era presente in tutte le case. Quando una coppia si sposava, con una torcia di prendeva il fuoco dalla casa di famiglia, per portarlo nella nuova casa. Quando un bambino nasceva, veniva fatto girare intorno al focolare per cinque volte, per divenire membro della famiglia. Questo perché Estia santifica e unisce tutti i luoghi e tutte le persone. Mica male per una dea che si era sempre fatta i fatti suoi, no?

La donna Estia è una persona silenziosa e non invadente, che emana un senso di pace a chi le sta intorno. Da bambina è docile e piacevole, ma non lo fa per compiacere gli altri (come un’altra dea, di cui parleremo poi). Se qualcosa la turba, se si fa male, spesso cerca conforto nella solitudine. Da adolescente, non esistono drammi, passioni o alleanze da cui si lasci toccare. Non ha ambizioni, così come non ne avrà da adulta. Le persone che le stanno intorno ne apprezzano il calore che emana e la sua equità nel non lasciarsi coinvolgere da liti o pettegolezzi. Riguardo al lavoro, non sentono la necessità di ambire a ruoli di prestigio o di fare carriera, e sono molto brave in quelle professioni dove viene richiesto pazienza e ordine. Se la donna Estia si sposa (alcune di loro possono sentire la vocazione religiosa), incarna il tipo di moglie “tradizionale”, che cura la casa con amore (per loro le faccende sono una forma di meditazione), se non necessario non lavora, e, non trovando grande interesse nel sesso, lo vede di più come uno dei tanti compiti che le viene richiesto, e che lei, comunque, fà con piacere.

I lati negativi che possono occorrere, specialmente se non vi sono sviluppate altre dee, sono diversi. Uno è sicuramente la svalutazione di una donna che viene data per scontata, il cui amore e senso di cura non viene apprezzato. Questo può ferire nel profondo, una donna Estia, anche se, chi le sta intorno, potrebbe non accorgersene. Questo perché, e qui entra in gioco un altro aspetto negativo, lei non è capace di esprimere i propri sentimenti. Anche quando ama qualcuno, non lo fa vedere apertamente, non lo dice, e questo potrebbe mettere in crisi i rapporti con le altre persone.

Le donne Estia hanno bisogno di sviluppare altre dee, in particolar modo aspetti delle altre due dee vergini, Atena e Artemide, perché, a differenza della dea, non vivono chiuse in un tempio o segregate dentro la loro casa. Per poter affrontare il mondo con le sue sfide, hanno bisogno di lavorare sulla loro assertività e sulla sicurezza di sé.

Sarò sincera, non mi vengono in mente rappresentazioni di Estia, al cinema o nei libri. È difficile scrivere la storia di una donna che non si interessa del mondo che la circonda, che sta fuori dall’azione, che non prova forti passioni. Spesso hanno ruoli marginali, oppure sono il “risultato” finale di una storia che le ha portate ad amare la solitudine (come una vecchia zia saggia). Ci sono donne famose con una forte predominante dell’archetipo Estia, ma che spesso condivide il podio almeno con un altro, altrettanto forte. Penso a Madre Teresa di Calcutta (Estia con Demetra), o Giovanna D’Arco (Estia con Atena).

Cosa ne pensate di Estia? Vi riconoscete, in alcune delle sue caratteristiche? Al contrario della mia esperienza, voi vi siete imbattute in protagoniste Estia nelle vostre letture e/o visioni?