Giovinezza e ricettività: Kore, eterna fanciulla; Persefone, regina degli inferi.

Dopo aver affrontato l’archetipo della moglie, incarnato dalla dea Era, e quello della madre, incarnato dalla dea Demetra, oggi faremo la conoscenza dell’ultima dea del gruppo delle dee vulnerabili, colei che incarna il legame filiale, cioè l’archetipo della figlia. In realtà, questa meravigliosa dea dalla pelle fresca e la figura slanciata, ha un’evoluzione che le altre dee non hanno, così come le figure archetipiche che le incarnano. Come le due facce della stessa medaglia. Ma andiamo con ordine.

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, Kore era figlia di Demetra, dea delle messi, e di Zeus. Viveva spensierata la sua eterna fanciullezza protetta dalla madre finché, un giorno, non venne rapita da Ade per farla divenire sua sposa, con il benestare di suo padre, che non si era premurato di dire niente alle due donne, figuriamoci chiedere loro se potessero essere d’accordo o meno. Demetra, ignara di tutto, la cercò in tutta la terra e il cielo, finché non venne a sapere quello che era successo. Cadde in depressione, portando la carestia che avrebbe decimato il mondo, finché Zeus non si arrese e mandò Ermes a riprendere la ragazza. Tuttavia, Kore, durante la sua permanenza nell’Ade, aveva mangiato alcuni semi di melograno, e, in questo modo, si era condannata a tornare periodicamente nell’oltretomba da suo marito. In quel preciso momento, Kore non fu più Kore, l’eterna fanciulla, ma assunse il nome di Persefone, divenendo la regina degli inferi, colei che accoglieva le anime al loro arrivo (si dice che, nonostante lei passasse nell’Ade solo quattro mesi l’anno, nessuno la trovò mai assente).

Nella sua identità Kore, la dea rappresenta la fanciulla senza nome, colei che ancora non sa chi è, ne cosa vuole dalla vita, indecisa su quello che vuole essere e fare da grande, in attesa che qualcuno o qualcosa dia un senso alla sua vita, che la “rapisca” e la allontani da un rapporto madre-figlia che, spesso, non l’aiuta a crescere. Tutto cambia, o può cambiare, quando lei varca la soglia degli inferi, che possono rappresentare gli strati più profondi della psiche, dove vi risiedono sia l’inconscio personale che quello collettivo. Quando ciò avviene, Kore diventa Persefone, sviluppando la capacità di spostarsi tra i due mondi, tra la psiche conscia e quella inconscia. Una donna Persefone può aver avuto problemi psichici e, una volta guarita, aiutare gli altri in questo loro viaggio. Molte bravissime psichiatre e psicologhe sono donne Persefone.

Una qualità della donna Persefone è la sua spiccata ricettività, che tutti gli altri archetipi dovrebbero sviluppare. Apertura verso il cambiamento, verso sé stessi e la propria psiche, ma anche verso le altre persone e i loro bisogni. La donna Persefone, che si è evoluta dalla sua forma Kore, sa che se la situazione non è chiara, bisogna attendere il momento giusto (a differenza delle donne Atena o Artemide), ed è una persona molto empatica nei confronti del prossimo, ha a cuore quello che gli altri pensano e sentono, e cercano di non avere giudizi e pregiudizi nei loro confronti (a differenza delle donne Era o Demetra). Nel caso, però, che Persefone sia rimasta Kore, questa sua duttilità può diventare un suo lato negativo, perché lei assumerà su di sé le aspettative degli altri, senza mai trovare la propria voce. Se l’uomo con cui sta uscendo è un’amante del padel, anche lei diventerà un’amante di questo sport, ma solo perché piace a lui.

L’infanzia e l’adolescenza della donna Persefone sono caratterizzate dallo stretto legame con la madre. Da piccola, è la classica brava bambina, spesso silenziosa e che se ne sta un po in disparte, che deve comprendere le regole del gioco, prima di buttarsi nella mischia (a differenza delle piccole Artemide o Atena). Nella fase adolescenziale, di solito, non c’è molta evoluzione, perché, spesso, non viene spronata a prendere decisioni per conto proprio, ma queste solo lo specchio di quello che vuole la madre. Una ragazza Persefone sceglierà un percorso di studi perché la madre le ha detto che è quello giusto per lei. E così riguardo a tante altre questioni, anche importanti, come lavoro, matrimonio e figli. E lei studierà, lavorerà e si sposerà, senza però mai esserne veramente coinvolta.

La donna Persefone, per crescere, dovrà decidere di impegnarsi attivamente in qualcosa, che sia un lavoro, o anche un rapporto. Dovrà rendersi conto delle proprie capacità, che è in grado di farcela da sola, anche per ovviare ad alcuni problemi di carattere tipici dell’archetipo, quale la menzogna e la manipolazione, che mette in atto quando sente che deve dipendere dagli altri. Se sviluppare alcuni lati di altre dee aiuterebbe sicuramente la donna Persefone ad evolversi, questo archetipo ha già dentro di sé tutte le potenzialità per sbocciare.

Ci sarebbe ancora tanto da dire su questa dea meravigliosa, la sua creatività, la sua sensualità (si dice che sia il lato oscuro di Afrodite, condividendo con lei il simbolo del melograno), il suo carisma. Ma l’articolo è già lungo, e devo ancora portarvi qualche esempio di Persefone di cellulosa e celluloide.

La prima che mi viene in mente, in particolare all’inizio della sua storia, è Daenerys Targaryen della serie de “Il trono di spade”. Alla mercé del fratello, non oppone resistenza quando viene venduta a Khal Drogo, capo condottiero della tribù dei Dothraki, da cui viene violentata durante le prime notti di nozze. Tutto cambia quando lei decide di volersi integrare nella comunità, e di impegnarsi anche nel matrimonio con Drogo, iniziando anche a provare piacere durante i rapporti con lui.

Passando a una Persefone che non è riuscita ad evolversi, mi viene in mente Carrie White del romanzo “Carrie” di Stephen King. Vi avevo già portato questo libro come esempio per una Demetra oscura, la madre di Carrie, Margaret. Il rapporto invischiato, il controllo, l’ossessione religiosa. Quando Carrie prova a reagire, cercando di trovare da sola, la sua strada, il mondo le si rovescia addosso (sotto forma di un secchio pieno di sangue di maiale). Il suo viaggio verso gli inferi la vedrà prigioniera, invece che regina. Non ci sarà via d’uscita, dalla psicosi. E l’epilogo non potrà che essere tragico.

Cosa ne pensate di Persefone, come dea e come archetipo? Vi riconoscete, in alcuni aspetti? Vi vengono in mente altri personaggi che la potrebbero incarnare?