Accudimento e generosità: Demetra, dea delle messi e madre.

Dopo aver fatto la conoscenza di Era, adesso è il turno di un’altra dea anch’ella facente parte della categoria delle dee vulnerabili: Demetra. Ricordiamo brevemente la definizione data a “vulnerabili”. Preferisco ripeterla, perché spesso a questo aggettivo viene data una collocazione negativa, ma non è certo questo il caso. Vengono definite tali quelle dee/donne che hanno bisogno di un forte legame con un’altra persona per sentirsi complete. La loro identità viene definita dal rapporto con l’altro. Al momento che quel legame viene in qualche modo tradito o spezzato, la dea perde il suo ruolo e, con esso, sé stessa. Fortunatamente a Demetra non toccò la medesima sorte di sua sorella Era. Il suo ruolo fu messo in discussione una sola volta, e il tutto si risolse abbastanza bene, per la nostra bellissima dea dai capelli color del grano.

Demetra, figlia di Crono e Rea, faceva parte della prima generazione di dèi. Fu anch’ella moglie del fratello Zeus (prima di Era, lui aveva avuto altre mogli). Ma, a differenza della sorella, a lei di marito e matrimonio non gliene poteva fregare di meno. C’era una sola cosa, anzi, persona/dea di cui le premeva, unica sua ragione di vita: Kore, sua figlia, concepita insieme a Zeus. Al padre, della figlia, non interessava molto, si suppone. Quando suo fratello Ade gli chiese di averla in sposa, lui acconsentì, senza sentire la necessità né di avvisare la fanciulla, né tanto meno la madre. Così, un bel giorno, mentre le due donne erano intente a raccogliere fiori, Kore fu attratta da un narciso bellissimo. Si allontanò da Demetra e, mentre si chinava a raccoglierlo, la terra si aprì e sbucò Ade, sul suo carro, che la rapì e la portò via con sé. Quando la dea vide che la figlia era sparita, cominciò, disperata, a cercarla in tutto il mondo e in tutto in cielo, finché non venne a conoscenza dei fatti avvenuti, e di come fu lo stesso Zeus ad aver dato il consenso al rapimento. Assalita da una depressione distruttiva, si recò a Eleusi, fece costruire un tempio in suo onore, e lì stette, rifiutandosi di svolgere il suo ruolo di dea delle messi, finché Kore non le venisse restituita. (Non è questo il posto giusto, ma vi consiglio di dare una lettura ai Misteri Eleusini, ceremonie religiose ispirate alla storia delle due dee). Nonostante le preghiere e le numerose offerte elargite da tutti gli dèi, Demetra continuò imperterrita nel suo “sciopero”, e arrivò la carestia. Quando la situazione si fece insostenibile, Zeus cedette, e mandò Ermes a recuperare la fanciulla rapita nell’Ade e la fece riportare da lei. La ragazza, che dopo il matrimonio aveva preso il nome di Persefone, e il rango di regina degl’inferi, però, aveva mangiato dei chicchi di melograno che, si dice, Ade le aveva fatto prendere con l’inganno. Fu così condannata a tornare da suo marito per un terzo dell’anno (l’inverno), mentre il restante tempo poteva rimanere sulla terra, insieme alla sua amata madre.

L’archetipo Demetra rappresenta l’istinto materno, il mettere al mondo una nuova vita, dare nutrimento a vari livelli, fisico, psicologico e spirituale. Non si limita alla maternità in senso stretto, ma può trovare realizzazione anche in professioni sociali, nell’insegnamento, nella cura dei malati. La bambina Demetra è la classica bimba che gioca con le bambole a fare la mammina. Quando cresce e si avvicina pubertà, il suo istinto materno viene sostenuto anzi, riceve un’accelerata dal nuovo assetto ormonale. Se in lei è presente anche Era, ed è quindi anche alla ricerca di un compagno e non solo di un figlio, potrebbero correre il rischio di gravidanza “inaspettata” (virgolette d’obbligo, perché inconsciamente non è così inaspettata). La donna Demetra spesso si sposa giovane. Non è molto interessata alla carriera, perché la sua massima aspirazione è la cura della casa e dei figli. I rapporti con le altre donne possono essere ambivalenti. Spesso ha amicizie con altre madri, formando un gruppo dove si aiutano a vicenda nella cura dei figli. Con il movimento femminista, invece, si sente giudicata per il suo stile di vita “tradizionale” (anche se, in realtà, può non essere vero). La donna Demetra deve stare attenta al tipo di uomo che si sente attratto da lei (non è lei che sceglie, bensì è il bisogno dell’uomo che sceglie lei). Vista la sua caratteristica materna e la sua difficoltà a dire di no, sociopatici e mammoni sono all’ordine del giorno, tra i suoi futuri spasimanti.

Gli aspetti negativi della donna Demetra, oltre all’incoscienza nel rimanere incinta nel momento più inopportuno, con la persona più inopportuna, possono essere, se non viene apprezzata come vorrebbe, la depressione che la porta a negare il “nutrimento” alle persone che le sono vicine, con il conseguente comportamento passivo-aggressivo, fatto di piccole dimenticanze e sbadataggini. Un altro comportamento distruttivo può essere quello di alimentare la dipendenza, specialmente nei confronti dei figli. Non farli crescere, non renderli indipendenti e minare la loro autostima per tenerli sempre con sé, ed essere “madre per sempre”.

Come può crescere, la donna Demetra? Il primo passo è, senza ombra di dubbio, diventare madre di sé stessa. Prendersi cura di sé, accogliere i propri bisogni, saper dire di no, quando il nostro corpo e la nostra mente ce lo richiede.

Rappresentazioni dell’archetipo al cinema e in letteratura? Quante ne volete. Se ci pensate, è una delle figure più rappresentate. Ne cito un paio, una “luminosa”, l’altra decisamente “oscura”. La prima è Jackie Harrison, personaggio interpretato da Susan Sarandon nel film “Nemiche amiche” del 1998. Madre perfetta, dedita completamente ai figli, in lotta riguardo all’educazione della prole con la nuova compagna dell’ex-marito, una giovane Artemide, interpretata da Julia Roberts. Film che ogni volta mi strazia il cuore. Recuperatelo, se non l’avete visto. Per la madre oscura, invece, ho pensato a Margaret White, personaggio mostruoso di “Carrie”, primo romanzo di Stephen King e interpretato dalla mastodontica Piper Laurie nell’adattamento cinematografico del 1976 diretto da Brian De Palma. Fondamentalista cristiana fanatica, tiene la figlia segregata in casa, per tenerla lontana dal peccato.

Vi ritrovate un po’ in questa potentissima dea, forza della natura? Di quante Demetra avete visto film e letto libri? Qual è la vostra rappresentazione preferita?