
Iniziamo la conoscenza della prima delle dee definite “vulnerabili”. Vengono definite tali quelle dee (e, parlando di figure archetipiche, quelle donne) che hanno bisogno di un forte legame con un’altra persona per sentirsi complete. La loro identità viene definita dal rapporto con l’altro. Per questo si dicono vulnerabili. Al momento che quel legame viene in qualche modo tradito o spezzato, la dea perde il suo ruolo e, con esso, sé stessa. Se questo è successo a tutte e tre le dee vulnerabili, alla nostra Era è qualcosa che è accaduto di continuo. E ancora, e ancora, e ancora. Ma partiamo dall’inizio.
Era faceva parte della prima schiera di Olimpi, dèi nati dai titani Crono e Rea. Insieme ai suoi fratelli e sorelle, venne inghiottita dal padre. Questo finché Zeus, unico figlio che, tramite un inganno, non fece la loro stessa fine, sconfisse Crono e liberò tutto il resto del parentado dalle viscere paterne (per tutta la storia, si rimanda all’articolo su Estia). Quando Era crebbe, si dice che diventò una dea bellissima. Zeus, il fratellino, se n’è invaghì subito, neanche a dirlo. Si trasformò in un piccolo uccellino infreddolito e, quando lei, mossa a compassione, se lo portò al petto per scaldarlo, lui riprese le sue sembianze e cercò di prenderla con la forza. Ma lei resistette, finché lui non promise di sposarla La luna di miele fu idilliaca, e durò trecento anni. Ma per quanto lunga può essere una luna di miele, alla fine finisce sempre. Tornati alla vita reale, come si suol dire, anche Zeus riprese le sue normali attività, che consistevano, tra le altre cose, anche nel cercare di portarsi a letto qualsiasi cosa si muovesse davanti ai suoi occhi. Era fu tradita tantissime volte, e tutto ciò le causava un dolore incontenibile, che puntualmente si trasformava in ira funesta. Ma non nei confronti del marito fedifrago, bensì nei confronti delle altre donne e dei loro figli illegittimi. Per Era, e per la donna Era, il matrimonio è tutto, e nulla e nessuno è più importante del marito.
La donna Era, già da piccola, gioca a “fare la mamma e il papà”, finché i maschietti, raggiunta l’età in cui preferiscono stare tra di sé che con le bambine, non sono più disponibili al gioco. Sarà con l’arrivo dell’adolescenza, specie se si troverà impegnata in una relazione sentimentale, che sboccerà del tutto, cominciando a fantasticare su un futuro, grandioso matrimonio, su quando potrà adottare il cognome del marito, prendersi cura della casa per lui e sostenerlo nella sua vita lavorativa. Se tutto va secondo i suoi piani, tutti questi sogni diverranno, in breve tempo, realtà. Se non presenti altre dee, la donna Era vivrà solo per appoggiare il marito. Le amiche di cui si circonda saranno donne sposate, spesso a uomini di potere, come lei. Ma sono rapporti blandi, di convenienza reciproca. Figli e sessualità potranno essere presenti, ma solo come “compiti” previsti dalla convenzione sociale. La donna Era può lavorare, ma non darà mai importanza a quello che fa. Se dovrà lasciare il suo impiego per seguire il marito, lo farà senza batter ciglio. Se il marito la tradirà, che sia con un’altra donna o non riconoscendo tutto quello che lei fa per lui, lei soffrirà incredibilmente. Se poi il marito dovesse chiedere il divorzio, tutto il suo mondo crollerebbe; anche la sua identità, si spezzerebbe in mille pezzi. La sua ira prenderebbe il sopravvento, distruggendo tutto ciò che, lei crede, abbia provocato il suo profondo dolore.
Come per ogni archetipo, anche la donna Era dovrà sviluppare altri aspetti di altre dee, per poter diventare una donna più forte e completa. In particolare, per poter incanalare la sua furia distruttiva, dovrà sviluppare in lei… Efesto. Già, il figlio storpio e ripudiato di Era stessa; marito, tradito anch’egli, di Afrodite, che utilizzava la sua rabbia (rappresentata dal fuoco del vulcano), per creare meravigliose opere d’arte.
Archetipo bellissimo, quello di Era. Ti dà la capacità di entrare in relazione profonda con un’altra persona, di metterti in gioco in un rapporto, di essere fedele. Di essere di conforto, di sostegno, a un altro essere umano.
Mi vengono in mente diverse rappresentazioni di cellulosa e celluloide della dea del matrimonio, più o meno attinenti alla storia stessa della dea. Ad esempio, alcune studentesse del film “Mona Lisa Smile”, che frequentano un esclusivo collegio femminile negli anni 50, con il solo scopo di trovare un buon partito e di diventare mogli perfette (magari farò un articolo proprio su questo film, un archetipo per ogni personaggio). Altre rappresentazioni, invece, possiamo definirle più “eccentriche”. Una delle mie Era preferite è Morticia Addams. Ci sono altre dee molto sviluppate, in lei, ma non si può dire che non sia la moglie per eccellenza. Appoggio incondizionato al marito, cura della casa, madre e moglie a tempo pieno. Un’altra Era dai tratti horror è Ellinor Caskey, personaggio principale dell’osannata saga “Blackwater”, di Michael McDowell. Saga che, tra l’altro, vi consiglio di recuperare, se siete tra la manciata di persone che ancora non l’ha letta…
Vi piace questo archetipo? Sentite di avere dei tratti in comune con la splendida Era? Vi vengono in mente altre donne di cellulosa e/o celluloide che rispecchiano questa dea?