Noi siamo divinità. Le dee greche come archetipi.

Voglio portarvi a fare un viaggio bellissimo. Non avremo bisogno di aerei, treni e automobili. Neanche di biciclette. Partiremo da dove ci troviamo, ognuna di noi, e poi inizieremo a scendere. Andremo sempre più in profondità, attraverseremo il buio totale, e poi torneremo alla luce, la luce abbagliante del regno divino degli dei greci: l’Olimpo. Voi penserete che mi sia impazzita perché, a parte la dubbia esistenza del luogo, se mai dovesse esistere, sarebbe in cielo, e non sottoterra, ove si troverebbe luogo ben diverso, l’Ade. Ma non sono così sadica da condurvi nel regno dei morti, anche se la mia dea preferita vi trascorre lì buona parte dell’anno.

L’ Olimpo dove vi voglio condurre esiste per certo. Ed è dentro di voi, e di me, e delle protagoniste delle nostre storie preferite.

Vi ho già parlato degli archetipi, teorizzati da Jung, e utilizzati da scrittori e sceneggiatori per costruire personaggi che risuonino in tutte le persone del mondo che leggeranno o vedranno le loro storie. Del mondo, perché gli archetipi, ricordiamo, sono modelli di comportamento che fanno parte dell’inconscio collettivo. Ad esempio, se vediamo un personaggio (o persona) aiutarne un altro dandogli consigli o oggetti utili al raggiungimento del suo scopo, sapremo riconoscere in lui l’archetipo del mentore. E lo riconoscerò come tale, io, il mio amico Oscar di Città del Messico, la mia amica taiwanese Queena e Alexis, amico e collega che vive in quel di Londra.

Gli archetipi teorizzati dallo psicanalista svizzero sono sicuramente i più famosi, sia in ambito psicologico che narrativo, ma non sono i soli.

Diversi anni fa mi sono trovata tra le mani un libro, “Le dee dentro la donna”, scritto dalla psicoterapeuta junghiana Jean Shinoda Bolen. Si tratta di un saggio divulgativo su un nuovo modo di codificare, riconoscere e sviluppare gli archetipi presenti nell’inconscio femminile (in realtà anche maschile, perché possono esserci tratti di una dea anche nell’uomo, e viceversa). Una nuova classificazione, che vede le sette dee greche principali, e le loro specifiche caratteristiche, come modelli universali presenti all’interno delle donne, che ne dominano comportamenti e caratteri. Già dalla nascita è presente dentro di noi una particolare dea, che può cambiare nelle varie fasi della vita, oppure essere affiancata da altre dee. È importante sapere quali forze si muovono dentro di noi, non solo per assecondare la nostra natura più intima, ma anche per non soccombere alle spinte, alle richieste stesse dell’archetipo, quando non è il momento giusto per assecondarle. Un esempio, se in una ragazza è presente come dea dominante Demetra, archetipo della madre, lei sentirà la necessità di avere figli suoi, anche se il momento non è il migliore, magari sta ancora studiando, è troppo giovane e senza una vita stabile. Se questa ragazza comprende che è questa forza che la spinge a diventare madre, potrà “argomentare” in modo consapevole con lei, dicendole, e dicendosi, che ancora non è il momento, ma in futuro la asseconderà. E, nel frattempo, potrebbe sviluppare la dea Atena, che la aiuterà a concentrarsi e a finire i suoi studi.

Non credo che vi stupirete, se vi dico che questo è il mio libro preferito in assoluto, quello che ho letto e riletto più volte, quello che tengo sempre a portata di mano.

Mi ha aiutato a comprendermi meglio, e a comprendere meglio le donne che mi sono più vicine. Mi ha aiutato a chiedere aiuto alla dea giusta, nel momento del bisogno. E mi sta aiutando a costruire personaggi femminili completi e complessi, per i miei romanzi. Le dee ci risuonano dentro quando ci confrontiamo con altre donne, e ci vediamo rispecchiate in loro. È come una catarsi, se siamo sintonizzate e pronte a recepire gli stimoli che loro stesse ci rimandano. Ma questo non succede solo con donne in carne ed ossa. Anche le nostre eroine di cellulosa e celluloide possono essere fonte di illuminazione. Vorrei, con questi articoli sulle dee, potervi offrire un piccolo strumento, un qualcosa che vi aiuti a comprendere meglio perché alcune storie, alcune eroine, risuonino in voi così forte da farvi emozionare. Sapere è potere ma, ancora di più, sapere è gioia.

Le dee presenti nel saggio, e che presenterò una per ogni articolo, sono sette, divise in tre gruppi. Nel primo, ci sono le dee vergini (inteso non in senso stretto, ma che bastano a sé stesse e non hanno bisogno di vivere un rapporto per sentirsi appagate): Artemide, Atena e Estia. Nel secondo, le dee vulnerabili: Era, Demetra e Persefone. Nel terzo, la dea alchemica: Afrodite.

Ne affronteremo una alla volta, ripercorrendone la storia, delineando le caratteristiche della donna in cui sono presenti e, se la mia memoria mi aiuta a ricordarmi tutti i romanzi letti e i film visti, anche qualche esempio narrativo, anche se qui vorrei che mi aiutaste anche voi, che l’unione fa la forza e, magari, la vostra, di memoria, è messa meglio della mia (devo iniziare a farmi un quaderno apposito, di ciò che leggo/vedo). Sarebbe bello se, insieme, riuscissimo a fare delle liste di personaggi per ogni dea.

Adesso zaino in spalla, e che il viaggio abbia inizio!