
“Non c’è niente di nuovo sotto il sole dai tempi degli antichi greci”.
Era il novembre del 2013, e così esordiva l’insegnante del corso di scrittura creativa, in una delle primissime lezioni. È passato molto tempo, da allora, e molte altre lezioni si sono succedute, con nozioni pratiche e interessanti, e moltissimi altri saggi e manuali studiati per la mia auto-formazione. Eppure, questa è stata la frase più importante, per il mio percorso di scrittrice. Così importante, che l’ho compresa appieno soltanto negli ultimi anni. Una rivelazione. Un fulmine a ciel sereno. Ma partiamo dall’inizio.
Quando iniziai il corso di scrittura, ero elettrizzata. Avevo un’immensa voglia di conoscenza, volevo sapere come fare a rendere i miei, futuri, scritti, degni di essere letti. Affascinanti e avvincenti, come i tantissimi libri che avevo trangugiato da quando ero una bambina. Ma c’era un problema. Non sapevo di cosa scrivere. Non avevo idee, in testa. Mi sembrava che tutto fosse stato già scritto, e non sapevo come fare a buttar giù una storia originale, che non sembrasse roba trita. Quasi come se l’insegnante mi avesse letto nella mente, se ne esce con questa frase: “Non cercate di essere originali a tutti i costi, perché non c’è niente di nuovo sotto il sole, è già stato scritto tutto dai tempi degli antichi greci”. Mi rilassai, e mi accorsi che anche i volti dei miei compagni fecero altrettanto. Passati gli anni, ho compreso che è un dilemma comune, per chi si affaccia per la prima volta al mondo della scrittura. E io che pensavo di essere l’unica…
Ed è vero, sapete? Emozioni, sentimenti, relazioni, questioni etiche… Tutto è presente, nella mitologia greca. Ed è per questo che ci piace ancora tanto, che ancora si studia, che esistono i vari retelling, o serie di romanzi ispirati (una su tutte, la saga di Percy Jackson di Rick Riordan).
Quindi? Cos’è che fa la differenza, se tutto è già stato detto? In realtà, son ben due.
Una è chi la scrive. Lo scrittore, la scrittrice, è una persona unica, con una sua propria personalità, nata e cresciuta in un certo contesto familiare, che vive in un dato luogo in una data epoca. Che ha fatto esperienze di vita uniche e personali. Qualsiasi cosa questa persona scriva, è tutto filtrato dentro di lei. Anche lo stile stesso, è dato da tutto ciò. È incredibile come la traccia di una unica storia, data in mano a due scrittori diversi, dia vita a due prodotti completamente diversi. È magia. Mi si illuminano gli occhi, al solo pensarci.
La seconda, è il personaggio. Prendi una storia, fa succedere un imprevisto. A seconda del personaggio che tu vi ci hai messo dentro, la vicenda potrà prendere pieghe e svolte completamente diverse, e inaspettate. Il personaggio è tutto. È, la storia. C’è chi sostiene che personaggio e trama abbiano la stessa importanza. Cazzate, dico io. La trama deve essere funzionale al personaggio, e non viceversa. Gli eventi mi servono per mettere in mostra suoi lati che vogliono essere tirati fuori. Ovvio che anche la storia deve essere interessante, e tecnicamente ineccepibile. Però io preferisco un buco di trama, o una storia scontata, che un protagonista moscio, che non ha niente da dirmi. Questo perché leggere di personaggi intensi e dalle mille sfaccettature, vederli muoversi all’interno del loro mondo, mi aiuta a capire meglio me stessa e il mio, di mondo. Mi dà spunti di riflessione, mi fa provare emozioni nuove. E questo anche per quanto riguarda il cinema, un’altra mia grande passione.
È questo, quello di cui ho voglia di parlare, con voi. Dei personaggi. Anche di come si costruiscono, quando si scrive un romanzo. E del loro legame indissolubile con la persona che sarà la spettatrice della loro storia. Magari, anche in modo un pochino più consapevole.
Partirò per un viaggio fantastico, in un mondo fantastico. E, con molta probabilità, mi perderò…
Vi unite a me?